Costituzione jugoslava del 1953

La Costituzione jugoslava del 1953 è stata la seconda legge fondamentale della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia ed entrò in vigore il 13 gennaio del 1953. Fu emanata come una serie di emendamenti alla Costituzione del 1946, con l'obiettivo di introdurre l'idea dell'autogestione nell'ambito costituzionale. La Costituzione rimase in vigore fino all'entrata in vigore di quella del 1963.

La seconda Costituzione jugoslava fu adottata al VI Congresso della Lega dei Comunisti di Jugoslavia e separava parzialmente il partito dalle funzioni politiche dello stato, garantendo alcuni diritti civili e politici ai singoli e alle repubbliche costituenti. Stabilì in seguito le fondamenta legali del controllo operaio delle imprese e aumentò il potere del governo locale; fu istituita l'Assemblea federale del popolo con due camere: il Consiglio federale, rappresentante direttamente le regioni, e il Consiglio dei produttori, rappresentante le aziende economiche e i gruppi di lavoratori.[1] Il ramo esecutivo del governo federale, ovvero il Consiglio esecutivo federale, aveva solamente cinque ministeri che si occupavano degli affari nazionali e della politica estera. La Lega dei Comunisti mantenne il controllo politico esclusivo, basandosi sul pensiero leninista che la burocrazia statale si sarebbe indebolita, e che un sistema multipartitico avrebbe dato un maggior impiccio alle istituzioni burocratiche.[2]

  1. ^ Oleg Mandic, Oleg. 1953. Il Consiglio dei produttori nell'ordinamento costituzionale jugoslavo, Rivista di Studi Politici Internazionali, vol. 50, no. 4 (200), 1983, pp. 599–602.
  2. ^ Glenn E. Curtis, Yugoslavia: A Country Stydy, Library of Congress, 1990.

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